Come nascono le vignette??

Avete presente il manifesto con lo zio Sam, cappello e giacca a strisce, con il dito puntato?…bene, tenete il dito e sostituite la frase “I WANT YOU” con “ TU FARAI LE VIGNETTE!”: potevo forse esimermi dall’accettare la proposta? Forse, ma ne sarebbe andata della mia integrità fisica (già mi vedevo presa dal divano su cui me ne stavo per i fatti miei, tirata per l’orecchio e scaraventata fuori dalla finestra ).
Scherzo, naturalmente, anche perché una delle regole non scritte, ma che ho assorbito (per osmosi) in questi primi mesi di frequentazione del Pianeta, è che ognuna può, se vuole, contribuire secondo le proprie capacità e i propri tempi, e chi scrive è un diesel.
So che vi state chiedendo il perché delle vignette. Ditelo che avete iniziato a leggere perché morite dalla curiosità? Vero?! Visto che chi tace acconsente, ogni vostro desiderio è un ordine (prometto che non la farò lunga).
Dunque c’era una volta una bambina…ok, ok, stavo solo giocando un po’, non preoccupatevi non partirò dalla preistoria (anche perché raccontare 30 anni di vita è lunga) e prometto di fare la seria anche perché la cosa è -issimo seria.
Quando mi è stato proposto di partecipare al sito con le vignette mi sono chiesta che contributo avrei potuto dare alla causa. Disegnare mi piace, anzi è la forma di espressione che sta meglio sulla mia pelle, ma non è stato questo a convincermi: ho pensato a me. Non nego che il percorso che mi ha portato (e che non si è ancora concluso, la “scala a pioli” è alta) all’accettazione di me stessa è stato difficile: mi sentivo, citando una frase che mi piace molto, un suono distorto in un mondo terribilmente armonico. Vedevo nella differenza una mancanza piuttosto che una ricchezza. Stavo molto male, finché il Bianconiglio un giorno venne a trovarmi e mi diede un consiglio preziosissimo: inizia a prenderti meno sul serio.
Ecco, mi piacerebbe, attraverso questa mia nuova avventura, poter regalare alle donne che tutt’ora come lo era per me, hanno paura, si sentono sole e disperate come se essere lesbica fosse una terribile disgrazia; una diversa prospettiva attraverso cui vedersi e sentirsi; vorrei, attraverso la chiave dell’ironia, che è uno strumento eccezionale per abbattere i muri esterni ma soprattutto quelli interni, sradicare certi luoghi comuni che vogliono gli omosessuali persone tristi, tormentate, dall’esistenza impossibile. Sarà che ce la mettono tutta per farcelo credere che l’omosessualità sia una tara nel patrimonio genetico.
Venite al Pianeta se non mi credete e che altro dire, sì un ultima cosa…donne l’armonia è noiosa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Milena

Guarda tutte le vignette